Thursday, December 3, 2009

L’Indipendenza dell’Albania


Dr. Alban Daci

In questo materiale , ho messo alcuni articoli pubblicati dal quotidiano italiano “IL SECOLO XIX” durante il mese di novembre dell’anno 1912 dedicati all’Indipendenza dell’Albania. Agli articoli raccolti in questo materiale è rispettato cento per cento l’autenticità, compresi anche gli errori grammatici. Tutti gli articoli del giornale italiano “IL SECOLO XIX” scritti in epoca e raccolti in questo materiale sotto il titolo “28 novembre 1912, il giorno dell’Indipendenza dell’Albania” sono scavati personalmente da me dagli archivi della Biblioteca Universitaria di Genova. La curiosità di sapere l’opinione degli altri sui nostri momenti di grande valore storica e nazionale mi ha spinto di fare questo lavoro.
Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere fotocopiata, riprodotta, archiviata, memorizzata o trasmessa in qualsiasi forma o mezzo – elettronico, meccanico, reprografico, digitale, se non i termini previsti dalla legge che tutela il Diritto d’Autore.



28 novembre 1912, il giorno
dell’Indipendenza dell’Albania


L’autonomia dell’Albania
Una questione di diritto
Giovedì, 14 novembre 1912


Il discorso pronunciato a Fucechio dall’on Buicciardini è commentato a Montecitorio molto favorevolmente. Le sue parole sono saggi e giuste. La pari della Grecia, della Bulgaria, della Serbia e del Montenegro, l’Albania ha tutto il diritto di rivendicare anch’essa la sua libertà e la sua indipendenza e deve rivendicarle.
I quattro popoli balcanici, però hanno ragione di ricordare e notare che l’Albania è abitata da due milioni e mezzo di musulmani e da mezzo milione di cristiani, fu sempre uno dei baluardi della denominazione turca, tanto vero, che mentre prima della guerra gli albanesi erano tutti in armi contro Costantinopoli per ottenere l’autonomia, scoppiato la guerra essi diressero le stesi armi contro gli eserciti alleati, quali nuovi invasori.
Ciò nonostante anche l’Albania ha pieno diritto di affrancarsi da ogni dominio e pieno diritto al proprio riscatto.
L’Europa non può disintegrarsi della sua sorte e l’Italia porterà certamente nella questione il suo concorso efficace nelle questioni, con pieno gradimento degli Stati balcanici alleati «Perché la Serbia, una volta che avrà ottenuto - come infine otterrà – il suo sbocco sul mare» conversare – ne converranno gli altri alleati – che anche l’Albania ha diritto di essere rispettata per gli stessi principi di nazionalità in base ai quali essi costituriscono la loro alleanza.

L’infelice Albania
L’ appello e protesta della colonia
di Piano dei Greci
Il 17 novembre 1912


Il sindaco di Piano dei Greci, a nome del comitato albanese, ha diramato la seguente protesta.
La colonia albanese di Piano dei Greci in Provincia di Palermo dopo circa cinque secoli di vita nelle ospitali terre italiane, pur seguendo le sorti della grande patria Italiana attraverso il suo camino di doloro e di gloria, non ha dimenticato la sua patria di origine l’infelice Albania.
Essa mantiene ancora i costumi , le tradizioni, il rito greco e la lingua di origine, e non poco ha contribuito con i suoi della lingua albanese.

Un vibrato proclama
degli albanesi d’Italia
Il 28 novembre 1912


I 30 comuni albanesi d’Italia pubblicarono un vibrato proclama in cui dicono:
- l’Albania deve essere lasciata agli albanesi. Se qualcuno aspira al possesso delle montagne Skiptare, sappia che gli albanesi, seppure sparsi nel mondo, sono uniti da un incorruttibile vincolo di sangue e che nessun indizio di pace completo sarà possibile nei Balcani se prima non sia riconosciuto la nazionalità albanese, libera e indipendente entro i confini che i suoi secolari diritti e le sacre regioni etniche la assegnano.
Invitiamo il governo e il popolo d’Italia, per la cui libertà gli albanesi non risparmiarono né la vita né gli averi, a impedire che si compio una tanto ingiustizia.

Pro Albania
L’Albania agli albanesi
Giovedì, 28 novembre 1912


Il personale dirigente ed i professori del collegio italo-albanese di San Demetrio Corona, che fu in ogni tempo focolare di libertà e santuario di aspirazioni di indipendenza per la Patria albanese, inviarono ai giornali un telegramma chiedendo di appoggiare la protesta solenne contro l’eventuale spartizione del territorio albanese, atto inqualificabile e contrario al diritto delle genti.
Gli albanesi fanno bene a gettare l’allarme. Ma loro Patria e sotto la protezione delle potenze e nessun pericolo corre.
Perché se è scaro il grido: I Balcani ai popoli balcanici. Sacro altrettanto è il grido: l’Albania degli albanesi!


L’indipendenza albanese
proclamata a Durazzo
29 novembre 1912


LONDRA 28- S. Telegrafano da Durazzo al “Daily Telegraph” in data 27, ore 4.50 pomeridiane.
La bandiera nazionale albanese è stata innalzata senza cerimonie sugli edifici del governo.
È stata data ai funzionari la facoltà di scegliere fra l’accettazione del nuovo regime e la partenza.
Delle fortezze sono state abbassate tutte le bandiere turche. La bandiera albanese ha un’aquila nera su sfondo rosso.
Questa formazione del Daily Telegraph è confermata da Costantinopoli col seguente telegramma ufficiale.
COSTANTINOPOLI 28- Ufficiale - I capi albanesi hanno proclamato l’autonomia dell’Albania.

Ismail Kemal bey ed altri 80
capi inviati a Vallona


Vallona 28- S- È giunto Ismail Kemal bey ed ha fatto visita ai consoli d’Italia e di Austro – Ungheria. Si annuncia che oggi l’Assemblea proclamerà qui l’indipendenza e la neutralità dell’Albania, costituendo un governo provvisorio e inalberando la bandiera albanese.
Una commissione sarò inviato, al più presto ai governi europei, comunicando quello italiano per chiedere il riconoscimento dell’Albania. I delegati albanesi fin qui giunti sono 80, se ne attendono altri, fra cui Isa Boletinaz con forze armate.
Si assicuro che Ismail Kemal bey, nel colloquio avuto con i consoli d’Italia e d’Austro – Ungheria abbia rilevato che l’indipendenza dell’Albania si basa sul principio dell’integrità territoriale e della neutralità dell’Albania confida sulla benevolenza di tutte le potenze e sull’appoggio dell’Italia e dell’Austro – Ungheria.

Per l’indipendenza albanese
L’Assemblea Nazionale
Chiede il riconoscimento dell’Albania
Il 20 novembre 1912


Un telegramma all’on. Di San Giuliano
Vallona 29- S- Il presidente del governo provvisorio Ismail Kemal bey ha inviato al ministro degli esteri d’Italia, on. Di San Giuliano il seguente telegramma.
L’Assemblea nazionale, composto di delegati di tutte le contrade albanesi senza distinzione di religione, riunì oggi nella città di Vallona ha proclamato l’indipendenza politica dell’Albania e costituito un governo provvisorio incaricato di difendere il diritto dell’esistenza del popolo albanese, minacciato dall’esercito serbo, e di liberare sua nazione dall’invasione degli eserciti degli alleati.
Essendo a cognizione di V.E quanto precede la l’onore di pregare il governo di S.M. il Re di voler riconoscere questo cambiamento di vita politica della nazione albanese. Gli albanesi entrati nella famiglia dei popoli orientali di cui sono orgogliosi di essere primogeniti, e non avendo che il solo unico scopo di vivere in pace con tutti gli stati alleati e divenire un elemento di equilibrio sono convinti che il mondo civile, accorderanno loro benevola accoglienza, proteggendoli contro qualsiasi attentato alla loro esistenza del loro territorio.

I particolari dello sbarco a Durazzo
di Ismail Kemal bey
A bordo il «Brunn»


Roma 29 – S.T. La «tribuna» ha da Corfù i seguenti particolari interno allo sbarco a Durazzo di Ismail Kemal bey – il 18 corrente parti da Trieste il piroscafo del Lloyd austriaco «Brunn» con a bordo vari passeggeri, fra i quali Ismail Kemal bey accompagnato dal suo seguito.
Il piroscafo invece di andare direttamente a Brindisi cambiò rotta e prosegue per Durazzo. Allorché fu in porto quale prese posto Kemal che portava fra l’altro dieci cassette ben confezionate e suggellate, che erano molto piccole per contenere armi e munizioni.
Persona in grado di sapere assicurare che le dieci cassette contenevano oro.
Il piroscafo «Brunn» scambiati alcuni segnali con lo stazionario austriaco dhe si trova ancorato nelle acque di Durazzo, riparti alla volta di Brindisi. Giunsero dopo nel porto di Durazzo due torpediniere greche nell’interno di far prigioniero Ismail Kemal bey, ma arrivarono troppo tardi.
Sulla banchina si trovava a ricevere il capo albanese il kaimakan, che un atto di rispetto e di omaggio aveva fatto schierare sul porto 80 soldato disarmati.
Dopo poche ore Kemal adunò alcuni capi albanesi della sua venuta a Vallona per proclamare l’indipendenza albanese.

L’indipendenza dell’Albania
Il governo provvisorio
Una garanzia per l’equilibrio
Dell’Adriatico
Il 1 dicembre 1912


Roma, 30 – S.T. A proposito dei recenti avvenimenti svoltesi in Albania il Popolo Romano scrive:
La nota saliente delle ultime 24 ore è la proclamazione fatta a Vallona, dell’indipendenza completa dell’Albania e la costituzione del relativo governo provvisorio che ha proclamato la neutralità territoriale e libertà religiose affermandola nella partecipazione fatta alle potenze per l’indipendenza dandone una prova nella sua stessa costituzione. Infatti, mentre il presidente Kemal bey è musulmano, il vice-presidente e il segretario sono cattolici. Non è dunque esatto che sorga uno stato musulmano, bensì uno stato sulla base del principio di nazionalità e di libertà religiosa, dove posso trovare le maggiori garanzie cattolici, ortodossi e musulmani. La neutralità territoriali è affermato nell’indirizzo inviato ai governi delle grandi potenze in cui, a proposito dell’avvenuto occupazione di Durazzo e di Elassona da parte delle truppe alleate, si avverte che il governo provvisorio non intende opporsi con le armi, poiché, proclamato la neutralità dell’Albania, spetta alle potenze di garantire la neutralità stessa. Siamo lieti di questa soluzione provvisorio fuori di ogni competizione mentre mira di garantire l’equilibrio attuale dell’Adriatico da qualunque pericolo presente e futuro.

Ismail Kemal bey

Dobbiamo salutare con sincera soddisfazione la nascita di un nuovo stato albanese, avvenuto per opera di un Dieta che era presieduto da Kemal bey, un uomo che in passato si mostrò sempre animato da sentimenti di viva amicizia per l’Italia e che tentò a più riprese di guadagnare il governo italiano alla causa della riscossa albanese.
Anche adesso, il primo atto di Ismail Kemal bey, proclamato presidente del governo provvisorio albanese, fu quello di inviare al nostro ministro degli esteri un telegramma chiedente il riconoscimento nostro della proclamata autonomia albanese. Il telegramma chiede anzi di più poiché attraverso la domanda d’appoggio fatta all’Italia, viene a proporre quasi al nostro governo al tutela della nuova Albania.
Questa domanda è tanto più significante in quanto che contemporaneamente alla notizia che gli albanesi hanno proclamato la propria indipendenza, giunge l’altra che annunzia la marcia dei serbi su Durazzo. La questione albanese entra cosi nella sua fese acuta e in queste condizioni, l’iniziativa di Sir Grey – d’una riunione degli ambasciatori – ha un forte argomento d’opportunità da far valere presso le cancellerie. I governi affidano delle conferenze, perché in esse possono sorgere o risorgere pericolose questioni latenti o sopite: ma quando il pericolo è già alle porte, anche una conferenza può servire al mantenimento della pace.
Per tornare a Ismail Kemal bey che oltre alla presidenza del gabinetto assume anche il portafoglio degli esteri, diremo che da molti armi egli è riconosciuto come il legittimo rappresentante della causa albanese presso i gabinetti europei.
Da giovane fu governatore a Costanza quando questa città era turca: fu poi governatore a Tripoli ma sospettato di liberalismo sotto Abdul - Hamidi fuggi e visse esule a Londra, a Roma, a Napoli, a Parigi, a Bucarest. Tornò a Costantinopoli dopo la rivoluzione e si messe a capo dei decentralisti facendo opposizioni ai Giovani Turchi.
Il ministro delle finanze sarà probabilmente Nasif pascià della nota famiglia albanese dei Brioni. Il ministro dell’istruzione sarà assunto dal pubblicista Luigi Guracuchi, figlio di un console italiano di nazionalità albanese a Scutari. Al famoso capobanda Issa Boletinaz sarà provvisoriamente affidata la cura dell’esercito. Non si conosce ancora il nome del ministro dell’interno.


Il nuovo Console a Durazzo

Il nuovo Console italiano a Durazzo cav. Dott. Giovanni Dolfin prende a possesso della sua nuova destinazione in momento storico per l’Albania. Egli è salpato infatti da Ancona per Durazzo, col piroscafo “Caprera” ieri l’altro a ventiquattrore di distanza dalla proclamazione dell’indipendenza albanese fatta contemporaneamente a Durazzo e a Vallona. L’ora presente, grave ancora di conflitti e di insolute questioni, rende arduo il compito di questo rappresentante del governo italiano in Albania. La proclamazione dell’indipendenza è un fatto che senza dubbio risponde cosi alle direttive della nostra politica ufficiale come alle vedute dell’opinione italiana. Ma accanto a questo fatto un altro se ne verifica contemporaneamente ed è l’iniziativa di Sir Grey per una riunione d’ambasciatori di Potenze. Si va dunque verso la conferenza ed è certo che se questa avverrà, la questione albanese, proclamazione d’autonomia compresa verrà sottoposta a un esame più tranquillo. Che cosa ne risulterà? L’Italia dovrà sostenere nella probabile conferenza interessi propri legati alla organizzazione interna dello stato albanese e alla sistemazione definitiva dei suoi rapporti internazionali. Questioni gravissima poiché dalla loro soluzione dipenderà se l’Albania verrà a essere indipendente di fatto oltre che di nome. L’Italia vuole per l’Albania una indipendenza vera ed effettiva e non soltanto nominale e a ottenere questo dovrà mirare prossimamente la sua azione diplomatica confortata dalla collaborazione che dovrà essere efficace e potrà essere preziosa del nuovo rappresentate dell’Italia a Durazzo, il console Dolfin.